Esofago di Barrett

 

I contenuti presenti in questa sezione hanno il solo scopo di fornire informazioni generali e non devono essere mai considerati come sostitutivi di una visita medica.

Viene definita con questo termine una condizione nella quale l’epitelio che riveste l’esofago è sostituito da un epitelio non originario dell’esofago (detto metaplastico) che risulta visibile endoscopicamente per il suo colorito rosa salmone. Chi soffre di esofago di Barrett ha un rischio di sviluppare un tumore maligno da 30 a 100 volte maggiore rispetto a chi non ne soffre. Prima di arrivare al cancro la metaplasia va incontro a vari gradi di cambiamento, chiamati displasia, di gravità crescente fino alla vera e propria neoplasia invasiva.

La comparsa dell’esofago di Barrett è legata ad un grave e persistente reflusso gastroesofageo; esistono anche fattori predisponenti tra cui il sovrappeso o l’obesità. L’azione del reflusso gastroesofageo danneggia la normale mucosa esofagea e nel processo di riparazione si ha la sostituzione dell’epitelio originario con quello metaplastico.

I sintomi sono quelli del reflusso gastroesofageo, ovvero bruciore dietro lo sterno o rigurgito acido, ma anche alterazioni della voce, raucedine, tosse stizzosa, dolore al torace.

Una diagnosi corretta deve essere effettuata con l’endoscopia, attraverso biopsie mirate a intervalli ben precisi per tutta l’estensione dell’Esofago di Barrett.